Concerto e auguri di fine anno
Concerto e auguri di fine anno
Home > Eventi
Luogo
ore
Note
Luogo
ore
Note
max 25 partecipanti
20,00 euro cad. (comprensivo biglietto, guida, contributo attività dell’Associazione)
Il pagamento preferibilmente tramite bonifico bancario o eccezionalmente in segreteria.
Iscrizione entro 15 novembre 2025
Di origine romana, Faenza è una meravigliosa città d’arte la cui fama brillava nel periodo rinascimentale per la produzione di oggetti in ceramica , di squisita fattura, esportati in molti Paesi europei.
Sin dal 1300, Faenza fu un importante punto d’incontro politico e culturale grazie ai legami che la locale signoria dei Manfredi seppe instaurare con la Firenze dei Medici. Per secoli la città è stata impreziosita da monumenti che ancora oggi conservano inalterato il loro fascino.
Gli spazi urbani stessi sono dei capolavori con l’imponente Piazza del Popolo, delimitata da due ali porticate su cui si affacciano il Palazzo del Podestà e il Palazzo Municipale, già dimora dei Manfredi, Piazza della Libertà con il Duomo di fine quattrocento che custodisce numerose opere d’arte del periodo rinascimentale e la Fontana monumentale, i cui bronzi risalgono al XVII secolo.
Tra gli altri notevoli monumenti del centro storico, il settecentesco Palazzo Milzetti con gli ambienti interni decorati da raffinate tempere neoclassiche, l’elegante Teatro Masini e la Pinacoteca.
MUSEO INTERNAZIONALE DELLA CERAMICA
Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza ospita l’incontro tra le culture ceramiche di
ogni tempo e luogo. Lo testimoniano opere provenienti dall’Estremo Oriente, dalla Siria, dall’Iran,
dall’Egitto, dalla Turchia, dal Sud America, che coinvolgono il visitatore permettendogli di vivere
un’esperienza unica. Fondato nel 1908, il museo oggi conserva e promuove un patrimonio di oltre
60.000 opere, antiche e contemporanee, esposte in suggestivi spazi museali che coprono una
superficie di oltre 15.000 metri quadri. Il Museo è un unicum nel panorama nazionale e
internazionale, lo testimoniano gli incomparabili capolavori italiani del Rinascimento, le opere di
Picasso, Matisse, Chagall, Leger, Burri, Fontana e altri innumerevoli esempi di eccellenza.
Il MIC è un vero polo culturale ceramico, ospita una Biblioteca Storica, aperta al pubblico,
contenente oltre 60.000 testi sulla ceramica, un Laboratorio di Restauro, Archivi fotografici e
documentari e pubblica dal 1913 la rivista specialistica di ceramica Faenza.
Luogo
ore
ore 7.00 da Foro Boario TV
ore 10.30/11.00 visita guidata al M.I.C.
ore 12.30/14.30 pranzo libero
ore 14.45 /15.00 inizio visita guidata centro storico di Faenza
Rientro previsto ore 19.00
Note
max 30 partecipanti
75,00 euro cad. (comprensivo biglietto, guida, contributo attività dell’Associazione)
Preferibilmente tramite bonifico bancario o eccezionalmente in segreteria.
iscrizione entro 10 novembre 2025.
Realizzata con il supporto del Segantini Museum di St. Moritz , della Galleria Civica G. Segantini di Arco, e in collaborazione con Dario Cimorelli Editore, la mostra si propone di ripercorrere l’intera parabola artistica di Segantini mettendo per la prima volta in dialogo le sue opere con quelle dei maggiori artisti europei del suo tempo, da Millet a Van Gogh, per raccontare la carriera di un astro della pittura che ha saputo contribuire e spesso influenzare i principali movimenti artistici del suo tempo.
Nato ad Arco da una famiglia di umili origini, Segantini si forma nella bottega del decoratore Luigi Tettamanzi e, successivamente, frequentando un corso serale all’Accademia di Brera. Sin dagli esordi milanesi, e successivamente al suo trasferimento prima in Brianza e poi sulle Alpi Retiche, la sua opera sarà determinata da una profonda comunione con la Natura e dallo studio delle potenzialità espressive della luce e del colore: una ricerca che il pittore porterà alle estreme conseguenze con l’approdo al Divisionismo e che troverà pieno compimento nella riscrittura, in chiave simbolica e panteistica, degli spazi alpini da lui resi assoluti ed eterni in termini pittorici.
Dagli esordi “scapigliati” alla pittura pastorale, dalle ardite sperimentazioni come colorista agli ultimi, lirici tentativi di catturare lo spirito della montagna e celebrarne il mito, la mostra seguirà gli snodi più importanti della sua vicenda biografica e artistica attraverso un percorso cronologico e geografico diviso in quattro sezioni e ritmato da numerosi focus tematici.
Attraverso un centinaio di opere provenienti dalle principali collezioni pubbliche e private italiane ed europee – dal Musée d’Orsay al Rijksmuseum di Amsterdam – alcune delle quali rintracciate a distanza di oltre un secolo dalla loro realizzazione, la grande rassegna dei Musei Civici di Bassano del Grappa permetterà al pubblico di scoprire, con occhi del tutto nuovi, uno dei più straordinari artisti dell’Ottocento.
Ad accompagnare la mostra, un importante catalogo scientifico pubblicato da Dario Cimorelli Editore, raccoglierà i contributi dei più autorevoli studiosi dell’opera segantiniana, con ampi apparati dedicati alla ricostruzione del suo percorso artistico, alla sua tecnica pittorica e alle indagini diagnostiche più recenti, oltre alle schede ragionate delle opere esposte.
La mostra è a cura di Niccolò D’Agati.
Luogo
ore
Note
La mostra “Phantasmagoria Pacis” propone una nuova narrazione della pace. Non più solo assenza di conflitto, ma presenza attiva di costruzione, immaginazione e dialogo.
L’evento, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace e il Museo nazionale Collezione Salce, è dedicato interamente al tema della pace con un approccio innovativo, libero dalla dipendenza della guerra come unico contesto di riferimento.
Attraverso manifesti storici, opere digitali e installazioni contemporanee, “Phantasmagoria Pacis” invita a vedere la pace come un processo complesso, fragile e prezioso che richiede pensiero, impegno e responsabilità condivisa.
Il percorso espositivo accompagna il visitatore in una riflessione estetica, etica ed esistenziale, un invito a riscoprire un’armonia possibile: un viaggio dalla polifonia di Bach (simbolo di convivenza) alla fragile ma potente Venezia (emblema di visione e rinascita).
La mostra presenta una selezione di oltre 50 manifesti storici del Museo nazionale Collezione Salce, in particolare quelli del secondo dopoguerra, che raccontano speranza, ricostruzione, inclusione e convivenza. Accanto a questi, trovano spazio le opere di artisti contemporanei come Tobia Ravà (Padova, 1959), Abdallah Khaled (Tamrichte Bejaïa, 1954) e Damiano Fasso (Vicenza, 1976).
Quest’ultimo, in particolare, rielabora manifesti d’epoca attraverso animazioni digitali generative, mescolando passato e presente in un racconto visivo inedito.
Luogo
ore
Note
max 25 partecipanti
15,00 euro cad. (comprensivo biglietto, guida, contributo attività dell’Associazione)
iscrizione entro 15 ottobre 2025 il pagamento preferibilmente tramite bonifico bancario o eccezionalmente in segreteria
Di fondazione romana e allineata lungo la Via Emilia, Parma esprime nell’architettura la sua eredità medievale, per assumere in seguito il ruolo di capitale del ducato voluto da papa Paolo III Farnese per i suoi discendenti. Nel Settecento Parma sarà, grazie a Don Filippo di Borbone, alla sua sposa Luisa Elisabetta di Borbone e al ministro Guillaume du Tillot, una piccola capitale culturale di respiro europeo. Nell’Ottocento sarà dimora dell’amatissima Maria Luigia in chiacchierato contrasto con Giuseppe Verdi, del direttore d’orchestra Arturo Toscanini, dei più contemporanei Giovannino Guareschi e i Bertolucci – padre poeta, figli registi.
Sono tanti gli aspetti che raccontano Parma: l’arte e i palazzi storici, il Complesso della Pilotta, i fasti del Teatro Regio e le note di Giuseppe Verdi, la maestria culinaria e tutti gli eventi legati alla gastronomia, le storie antiche e le strade che portano ai castelli del Ducato.
ore
Ore 09.15 Park Stadio Comunale Monigo, via dei Campi Sportivi 4 Treviso
Ore 09.25 Piazza Vittoria lato Riccati
Note
Supp. singola € 66,00 Assicurazione annullamento viaggio € 30,00
Sistemazione Best Western Hotel Farnese 4 *
L’architettura rappresenta da sempre una risposta alle ostilità del clima. Fin dalle “capanne primitive”, la progettazione umana è stata guidata dalle necessità di ripararci per sopravvivere: le nostre creazioni hanno cercato di colmare il divario tra la severità delle condizioni ambientali e quegli spazi sicuri e vivibili di cui abbiamo bisogno.
L’adattamento richiede un cambiamento radicale della nostra pratica. La Mostra di quest’anno, Intelligence. Natural. Artificial. Collective., invita diversi tipi di intelligenza a lavorare insieme per ripensare l’ambiente costruito. Il titolo stesso della Mostra, Intelligence, contiene la parola latina gens (“gente”) e ci invita a sperimentare oltre i limiti di un focus limitato all’Intelligenza Artificiale e alle tecnologie digitali.
Nell’età dell’adattamento, l’architettura rappresenta un nodo centrale che deve guidare il processo con ottimismo. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve attingere a tutte le forme di intelligenza: naturale, artificiale, collettiva. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve rivolgersi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze esatte alle arti. Nell’età dell’adattamento, l’architettura deve ripensare il concetto di autorialità e diventare più inclusiva, imparando dalle scienze.
LA MOSTRA
«La Mostra inizia nelle Corderie con un duro confronto: le temperature globali aumentano mentre le popolazioni globali diminuiscono. Questa è la realtà che gli architetti devono affrontare in tempi di adattamento. Da qui, i visitatori attraversano tre mondi tematici, che a loro modo propongono esperimenti
di adattamento: Natural Intelligence, Artificial Intelligence e Collective Intelligence. La Mostra culmina nelle Artiglierie con Out, che guarda allo Spazio non come una fuga, ma come un modo per contribuire a gestire le crisi che dobbiamo affrontare sulla Terra. Ogni sezione è concepita come uno spazio modulare e frattale: un organismo che collega progetti di grandi e piccole dimensioni, creando una rete di dialogo e permettendo ai visitatori di trovare la propria strada attraverso la Mostra.»
Carlo Ratti, il curatore Di formazione architetto e ingegnere, Carlo Ratti insegna al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e al Politecnico di Milano. È direttore del Senseable City Lab e socio fondatore dello studio di architettura e innovazione CRA – Carlo Ratti Associati (Torino, New York, Londra).
Luogo
ritrovo sede ARSENALE
ore
10.00 ritrovo
10.15 visita guidata alla mostra: Intelligens. Natural. Artificial. Collective. dopo un’introduzione alla mostra in generale la visita si svilupperà attraverso le sale delle Corderie e delle Artiglierie. (durata di 2 ore circa)
Note
Dopo la visita guidata si è liberi di continuare la visita dell’Arsenale in autonomia.
Si ricorda, inoltre, che il biglietto è valido anche per la sede dei Giardini che, sempre in Autonomia, possono essere visitati nel pomeriggio o in un giorno successivo entro Il 23 novembre ’25 data di chiusura della Biennale.
max 25 partecipanti
30,00 euro cad. (comprensivo biglietti, guide, contributo attività dell’Associazione)
iscrizione e pagamento entro 20 settembre 2025 preferibilmente tramite bonifico bancario o eccezionalmente in segreteria.
Palazzo Zuccareda è una costruzione nobiliare a tre piani ornata da affreschi esterni su entrambi i prospetti. Da un punto di vista compositivo e decorativo, le due facciate Sud e Nord rivestono la stessa importanza, aspetto quest’ultimo che rappresenta un carattere di forte originalità nella concezione architettonica veneta del tempo e particolarmente in ambito urbano, dove le facciate sul giardino venivano risolte abitualmente con un disegno semplificato rispetto al prospetto prospiciente la strada.
Si hanno notizie della sua edificazione e descrizione nella scritto : Passeggiata per la città di Treviso verso il 1600 di Matteo Sernagiotto ; dopo alcuni passaggi di proprietà entro la fine del Settecento la proprietà passò ai conti Zuccareda, famiglia aggregata alla nobiltà trevigiana nel 1665 che tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX promosse interventi di rinnovamento dell’edificio, soprattutto nella ridefinizione e decorazione degli spazi interni. Alla fine del Settecento risale anche l’ampliamento dei corpi laterali che affiancano sui due lati il volume principale.
L’ampliamento ebbe la conseguenza di chiudere l’isolato descritto ricompattando il fronte su via Cornarotta. La forma attuale del palazzo, con le sue pertinenze, è già attestata nel catasto napoleonico del 1811 e, successivamente, nel catasto austriaco del 1842 e, successivamente, nel catasto austriaco del 1842.
Negli anni venti del Novecento l’edificio fu acquistato dal Municipio e una parte di esso fu destinata, per pochi ann,i a ospitare la Pinacoteca Comunale di Treviso.
Il palazzo fu venduto agli inizi degli anni trenta dal Comune alla Provincia, la quale eseguì lavori radicali nei locali interni e lo destinò a sede del Partito Nazionale Fascista fino al 1943. Dal secondo dopoguerra ad oggi è sede del Comando del Gruppo Carabinieri.
Luogo
Museo Santa Caterina – piazzetta Botter, Treviso
Sabato 27
– 1° turno ore 16.00
– 2° turno ore 17.30
Domenica 28
– 1° turno ore 10.00
– 2° turno ore 16.00
Note
Numero 20 partecipanti per gruppo
ingresso libero con prenotazione obbligatoria a:ingresso libero con prenotazione obbligatoria a:
Luogo
ritrovo fronte chiesa del Redentore, Campo del Santissimo Redentore – Giudecca – Venezia
Orario
10:00
Note
L’uscita si effettuerà anche in caso di pioggia
max 25 partecipanti (comprensivo biglietti, guide, contributo attività dell’Associazione)
Iscrizione e pagamento entro 10 settembre 2025 tramite bonifico bancario e/o in segreteria
TREVISO E LA RESISTENZA
Nel 1948, Treviso ricevette la Medaglia d’oro al Valor Militare per il suo ruolo nella Resistenza, opponendosi all’occupazione nazifascista e organizzando le prime brigate partigiane. La città e la provincia divennero il fulcro di una Resistenza molto attiva, sia armata che civile.
Il 25 aprile 1945, dopo che Sandro Pertini proclamò l’insurrezione nazionale, a Treviso le formazioni partigiane combatterono gli ultimi irriducibili gruppi fascisti e nazisti ancora asserragliati attorno al capoluogo. E finalmente nella notte tra il 28 e il 29 aprile, entrarono nel centro storico senza più incontrare resistenza. Il 29 aprile, Leopoldo Ramanzini, nominato dal CLN, divenne Prefetto della Treviso liberata. Il 30, le forze alleate, arrivate in città, trovarono già attive le prime istituzioni democratiche.
L’80° ANNIVERSARIO E IL FESTIVAL DELLA LIBERTÀ RITROVATA
La Liberazione fu il risultato di venti mesi di lotta, alimentata da ideali coltivati dagli antifascisti per oltre vent’anni. Istresco, da sempre impegnato nella conservazione della memoria della Resistenza, ha coinvolto, nell’ottantesimo anniversario della Liberazione, tante associazioni culturali della città per organizzare assieme il Festival della Libertà ritrovata. Si è voluto così rendere vivo e attuale il valore della Libertà offrendo un nutrito calendario di differenti iniziative rivolto a un vasto pubblico.